Progetto di Parco
Eco-Industriale in Zona Franca
Presentazione
A cura di: Corrado Luca Bottazzi
Il progetto qui presentato è relativo al Parco Eco-Industriale (PEI) “COBOL DUE SA”, che è stato sviluppato secondo le linee guida dello Sviluppo Sostenibile. Per garantire uno sviluppo sostenibile, è necessario preservare la qualità dell’ambiente: le variazioni apportate alla natura dalle attività umane devono mantenersi entro limiti tali da non danneggiarla irrimediabilmente in modo da permettere alla vita umana di continuare a svilupparsi.
Ciò significa assumere atteggiamenti tali da garantire, con il sussidio del progresso tecnologico, che il tasso d’inquinamento e di sfruttamento delle risorse ambientali rimanga nei limiti della capacità di assorbimento dell’ambiente recettore e delle possibilità di rigenerazione delle risorse, secondo quando consentito dai cicli della natura, così da evitare l’ulteriore crescita nel tempo dell’inquinamento.
Lo sviluppo Industriale Sostenibile propone la realizzazione di progetti in grado di garantire effetti benefici a lungo termine sia per le imprese di produzione, ma anche a livello ambientale e sociale. Pertanto le imprese che si insediano in un Parco Eco-Industriale (PEI) per realizzare la loro attività produttiva, si impegnano a rispettare i limiti ambientali nella realizzazione degli obiettivi economici, al fine di garantire un’alta qualità ambientale ed un’alta redditività.
Nel PEI si effettua l’utilizzo razionale delle risorse, con il quale si possono garantire risultati di redditività eccellenti, grazie all’esperienza di oltre un secolo di industrializzazione. Con questo approccio ad esempio consideriamo i rifiuti non solo come un costo di produzione da sostenere per il loro smaltimento, bensì come un valore potenziale da reimpiegare grazie alle tecnologie di riciclaggio e alle pratiche biotecnologiche.
Di fondamentale importanza per l’imprenditore che vuole insediarsi nel PEI, è che questo parco industriale è una Zona Franca, con una regolamentazione specifica, ed un regime estremamente vantaggioso sia di tipo fiscale che doganale. Le imprese per potersi insediare devono essere conformi ai requisiti previsti dalla Legge 32/2011, per poter diventare a loro volta Imprese con Licenza di “Usuario de Zona Franca”, così come stabilito dalla legge sopra citata.
§ PRECISAZIONI SULLA PRESENTAZIONE.
Questa Presentazione è stata elaborata con lo scopo di valutare la fattibilità e la redditività del Progetto di Parco Eco-Industriale nella “Zona Franca Cobol Due” situato nella cittadina di Chitre, nella Repubblica di Panama.
Questo lavoro non vuole essere un Business Plan, in quanto quest’ultimo viene elaborato solo dopo che la Presentazione sintetica ed uno Studio di Fattibilità hanno messo in evidenza l’opportunità di realizzare un investimento redditizio con un indice di rischio nella media di progetti analoghi. Questo significa che il Business Plan si può elaborare solo sulla base delle informazioni e valutazioni emerse da questa presentazione e dalle maggiori informazioni riportate nello Studio di Fattibilità.
E’ cura dello scrivente mettere in luce i benefici ed i vantaggi in termini di redditività e di crescita aziendale che questo progetto può offrire all’investitore internazionale nel settore delle costruzioni edili, che vuole realizzare il primo Parco Eco-Industriale del Centro America, in un regime fiscale e doganale privilegiato di Zona Franca.
Questo Parco è capace di accogliere imprese internazionali nei settori agro-alimentare, farma-cosmetico, nutraceutico e biotecnologico; imprese interessate a consolidare la loro presenza nei mercati di Mexico, Canada, USA, Brasile, UE, Giappone e altri Paesi Asiatici.
Dopo un 2009 di recessione internazionale e un biennio 2010-2011 di ripresa, dal 2012 si è presentata una decelerazione per l’economia globale (grafico 1). La ripresa degli scambi internazionali realizzatasi nel 2010 (+12,6% sul 2009) ha segnato un progressivo rallentamento nel 2011 e nel 2012 (rispettivamente +6% e +2,4%), frutto della congiuntura che si è verificata a partire dall’estate 2011, a seguito di alcune cause principali:
· l’acutizzarsi della crisi dei debiti degli Stati sovrani nell’Eurozona, che ha reso necessarie politiche di bilancio restrittive;
· il rallentamento della crescita dei Paesi Emergenti, che hanno adottato politiche monetarie e di bilancio più restrittive rivolte a contenere l’inflazione.
In tutta questa situazione, il commercio mondiale rimane il principale sostegno al PIL.
Graf. 1. Pil e commercio mondiale di beni e servizi. Anni 2000-2014 (var.% rispetto al periodo
precedente).
Pil espresso in valori costanti; valori stimati per 2012-2014. Fonte: elaborazioni su dati Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea.
A trainare l’economia degli Stati dell’Europa negli ultimi anni è stato senza dubbio il commercio internazionale che nonostante la recessione continua a mostrare segni di vivacità.
Dopo la flessione nel biennio 2008-2009, si sono susseguiti trimestri di significativa crescita che hanno portato, già nella prima metà del 2011, al recupero dei livelli pre-crisi sia per le importazioni che per le esportazioni.
§ PANAMA: UNA NAZIONE IN FORTE CRESCITA ECONOMICA.
Con una crescita economica media del 6,8% (dal 2000) e con il PIL che ha registrato aumenti in doppia cifra nel corso di 4 degli ultimi 7 anni, Panama ha dimostrato un consolidato ritmo di sviluppo economico. Questo andamento è previsto che continui fino al 2020 con previsioni di crescita intorno al 6-7% sia pur con tendenza ad un progressivo rallentamento.
Il Tasso di Disoccupazione si mantiene su livelli del 4% (dati 05/2014), con un trend in lieve diminuzione per il 2015.
Lo straordinario ritmo di crescita di Panama negli ultimi anni è legato in gran parte all’avvio di un piano di opere pubbliche riguardante trasporti, comunicazioni, ospedali e scuole, all’interno di linee guida che proiettano l’economia di Panama all’era “Post-Panamax“.
Post-Panamax è il termine con il quale viene definito lo standard delle imbarcazioni in grado di attraversare il Canale attraverso le nuove chiuse messe in opera grazie ai lavori definiti “di ampliamento”. Le imbarcazioni “Panamax” (294 m di lunghezza, 32 m di larghezza e 12 m di pescaggio) hanno una possibilità di trasporto fino a 4500 TEU (Twenty Feet Equivalent Units) ognuna.
Alle imbarcazioni in transito attraverso le vecchie chiuse si aggiungeranno quelle dello standard “post-Panamax” che prevede un incremento di tutte le dimensioni della nave che pertanto potrebbe arrivare a trasportare circa 12000 TEU.
Negli ultimi tre anni (secondo i dati forniti dall’Autorità del Canale di Panama) il Canale ha registrato mediamente 12.000 transiti di navi mercantili con una capienza complessiva di 63.000.000 TEU, che hanno determinato un introito governativo di oltre US $ 1 miliardo nel 2014.
E’ logico quindi aspettarsi che le nuove opere facciano crescere il numero dei transiti fino a 24.000 l’anno e con le aumentate capacità’ delle imbarcazioni, si può’ quantificare l’aumento in 144.000.000 TEU, con un risultato finale stimato in oltre 200 milioni TEU all’anno ed un conseguente introito per le autorità di Panama di circa US $ 6 miliardi.
L’impatto del nuovo canale sull’economia mondiale sarà rilevante soprattutto nel medio e lungo periodo. Le economie di Cina e Unione Europea saranno tra quelle maggiormente interessate in quanto vedranno aumentare la possibilità di essere presenti nei mercati Nord Americani (versante est per una ed ovest per l’altra).
La posizione geografica del Canale di Panama, rende quindi questa Nazione un polo strategico per i commerci e la delocalizzazione di alcune produzioni destinate al mercato di USA, Canada, Mexico, Brasile ed Europa.
Continua nel prossimo articolo….
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