Abbiamo messo in evidenza che il Canale e la posizione geografica abbiano da sempre guidato l’economia di Panama. Grazie a questi due fattori Panama è una privilegiata destinazione per investimenti stranieri che spesso si dirigono verso le estese Zone Franche panamensi, prima fra tutte la Zona Libera di Colon situata sul lato atlantico e dotata di buone infrastrutture che ben si prestano per il deposito e lo smistamento merci.
Il Ministero del Commercio e Industria (MICI) ha approvato un totale di 19 licenze di Zone Franche, delle quali 11 sono attualmente attive con una concentrazione attorno alle città di Panamà e Colòn. In queste Zone Franche sono registrate ed insediate 122 imprese, che stanno principalmente operando nella Zona Franca Corozal – Marpesca, S.A. (30), Panexport (21), Vaguil S.A. (26) e nella Zona Franca di Albrook (19). La maggioranza delle imprese installate nelle Zone Franche si dedicano principalmente all’attività di Export.
Gli Incentivi Fiscali più interessanti offerti agli investitori per svolgere attività all’interno delle Zone Franche, sono ben specificati dalla legge 32 del 2011, e riportati più avanti in questa presentazione.
PANAMA: IL QUADRO MACROECONOMICO.
Dopo aver chiuso il 2013 con una crescita del prodotto interno lordo pari all’8,4%, il PIL del primo trimestre 2014 ha registrato una flessione nella crescita che si è limitata al 5,8% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2013.
I settori che hanno registrato forti crescite sono quelli della pesca (+22,8%) e delle costruzioni (+15,9%): il primo ha anche determinato un’aumento del 57% delle esportazioni di pesce e del 34% di quelle di gamberi. In crescita anche la produzione di latte (8,1%).
Risultati negativi sono rilevati per la produzione di zucchero (-3,8%), banane (-4,9%) e ananas (-25,6%).
Relativamente alle esportazioni verso l’Unione Europea, Panama registra un +3,8%. Secondo quanto riportato, attualmente Panama dirige verso i mercati esteri circa l’80% della propria produzione agricola.
Secondo le stime a medio-lungo periodo del FMI, Banca Mondiale e CEPAL, lo sviluppo dell’economia panamense è destinato a consolidarsi negli anni a venire in gran parte grazie alle grandi opere infrastrutturali che saranno completate ed in particolare ai lavori di ampliamento del Canale che porterà al raddoppio delle operazioni di transito navale con il passaggio finora precluso per le ridotte dimensioni delle Chiuse, delle enormi imbarcazioni “post-panamax” (con capacità di trasporto di oltre 12.000 container TEU da 20 piedi). Da ricordare anche la costruzione delle linee 2 e 3 della metropolitana di Panama city e l’ampliamento a 4 corsie della strada Panamericana.
Altro fattore positivo per Panama è l’avvio del Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti, suo principale partner commerciale. Il Trattato, la cui operatività è iniziata nell’ottobre 2012 (dopo alcune necessarie modifiche normative approvate in Assemblea Legislativa), prevede l’importazione in esenzione doganale della maggior parte dei prodotti che già vengono importati in Panama e per i quali è atteso un marcato aumento della domanda per via dei prezzi più competitivi.
Lo stesso dicasi per i prodotti panamensi che verranno esportati negli USA, in particolare per quelli agro-alimentari ed ittici. In tale contesto va altresì menzionata la recente entrata in vigore della componente commerciale dell’Accordo di Associazione UE-Centroamerica che porterà progressivamente all’abbattimento delle tariffe doganali e l’atteso incremento dell’interscambio commerciale tra i due blocchi.
GLI SCAMBI COMMERCIALI CON L’EUROPA.
Il Governo Panamense é tendenzialmente favorevole alla liberalizzazione del commercio estero e in generale applica tariffe doganali modeste. Non esistono quindi, salvo limitate eccezioni, ostacoli tariffari all’introduzione dei prodotti italiani ed Europei in questo mercato.
Permangono alcune barriere, peraltro nei limiti consentiti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio soprattutto nel settore agro-alimentare, dove su alcuni prodotti fra i quali latte, formaggi, riso, carni lavorate e vini, esistono elevati dazi doganali.
Con l’entrata in vigore dell’Accordo di Associazione con l’UE nell’agosto 2013, verranno progressivamente abbattute le attuali barriere doganali per i predetti prodotti.
La principale barriera non tariffaria consiste nell’obbligo della pre-certificazione fito-zoosanitaria richiesta dalle autorità panamensi alle singole aziende produttrici di lavorati di origine animale (carni, insaccati, formaggi freschi). Ad ogni modo, la proibizione all’importazione di prodotti insaccati e formaggi è stata finalmente rimossa grazie alla recente autorizzazione da parte delle Autorità Panamensi all’importazione in Panama di tali prodotti.
Continua nel prossimo articolo….
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